A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico 2021-2022 è facile riconoscere una diffusa attesa di informazioni e di indicazioni precise da parte delle autorità competenti al fine di programmare le attività in una situazione ancora affetta dalla pandemia del Covid. Ancora di più per le scuole paritarie, comprese quelle della diocesi eporediese, poiché gli interventi di finanziamento e di rinforzo del personale compiuti dal Ministero nei mesi estivi sono andati, di fatto, a beneficio delle sole scuole statali. Se nell’estate scorsa erano arrivati alcuni finanziamenti di sostegno per le rette non pagate, che avevano permesso un recupero finanziario di alcune scuole particolarmente in difficoltà, quest’anno tanti e tanti soldi sono stati investiti in modo da tagliar fuori le paritarie.
Un esempio chiaro è dato dalla graduatoria dei progetti per il “Piano scuola estate”, in cui su 386 progetti presentati dalle paritarie della Regione, il finanziamento è andato solamente a una manciata di esse. La situazione pandemica amplifica le difficoltà di un confronto che economicamente non ha storia a favore delle scuole statali, ma che sul piano educativo, vero cavallo di battaglia delle scuole paritarie, rimette in gioco queste ultime. E l’esperienza Covid ha stimolato alcune istituzioni scolastiche a rimboccarsi le maniche per offrire quel “di più” che le famiglie cercano per la crescita integrale dei loro ragazzi. Ad esempio, la scuola primaria “Figlie di Carità” di Montanaro, che prevede per il nuovo anno il potenziamento della lingua inglese con insegnante madrelingua e un professionista esterno per dare la possibilità di certificazione dei livelli di competenza raggiunti, un nuovo progetto musicale per tutte le classi che contempla la creazione di un coro e l’introduzione di un nuovo strumento, iniziative formative rivolte ai docenti e alle famiglie e un progetto multimediale rivolto agli studenti per imparare ad utilizzare, con consapevolezza e con fini educativi, tablet e computer. O la scuola dell’infanzia “Carlo Botta” il cui sogno condiviso è di poter riprendere la routine didattica comprendendo le gite, le attività extrascolastiche e i momenti di festa. Ma tutte le scuole potrebbero essere citate per iniziative simili. Perché nonostante le problematiche innegabili, rimane ancora accesa la virtù della speranza, sapendo di poter contare anche su una componente condivisa dagli istituti di ispirazione cattolica, cioè la fede nel Signore della Storia. Non si vuole certamente negare che l’effettiva parità tra scuole statali e paritarie è ancora ben al di là dall’essere raggiunta, ma è necessario costruire con coraggio più che lamentarsi di ciò che non esiste. Se uno vede nero davanti a sé, probabilmente si lascia vincere dalla paura; se invece è certo della luce che viene dall’alto, forse riuscirà a compiere i passi decisivi. Il mondo della scuola vuole ripartire con slancio, non semplicemente riproponendo quanto “è sempre stato fatto”. I mesi estivi sono stati ricchi di dibattiti sulle vaccinazioni e il Green pass: con i collegi docenti dal primo settembre le discussioni sono diventate procedure, forse ancora perfezionabili, ma attuate con grande senso di responsabilità. L’interesse principale delle scuole paritarie rimane il benessere globale dei propri utenti, la fiducia delle famiglie, il rispetto delle normative, la qualità della didattica. A questo proposito va segnalato, ancora una volta, la mancanza di un impegno serio da parte delle autorità per la questione dei concorsi per l’abilitazione del personale docente, che rimane per così dire “intrappolato” in una precarietà non più accettabile, in quanto i contratti nazionali di categoria per le scuole paritarie prevedono tale requisito per l’assunzione a tempo indeterminato. E così ogni istituto perde “goccia dopo goccia” alcuni dei propri insegnanti migliori, perché la “chiamata nello Stato” mantiene un’indubbia forza evocatrice. A volte sembra di giocare in una partita “truccata”, in cui le carte migliori vanno al tuo avversario, ma il vero asso nella manica sta nella motivazione profonda di docenti e collaboratori, tanti dei quali impegnati per scelta di vita (religiosa o laicale), che non sono solo custodi di una eredità culturale di lunga data. Anzi, se è vero il detto attribuito a Don Bosco “l’educazione è cosa di cuore”, finché ci metteranno cuore, le scuole paritarie non potranno che superare tutti gli ostacoli di un sistema oggettivamente iniquo.