Si fa sempre un gran parlare di Europa, di Unione Europea e di istituzioni europee. Ma sembrano sempre concetti distanti, lontani nello spazio e dalla quotidianità dei nostri giorni.
Non è stato così, almeno per quest’anno, per le classi seconde medie della scuola secondaria di primo grado paritaria “Don Bosco” di San Benigno Canavese che, grazie all’interessamento dell’onorevole europarlamentare Gianna Gancia, hanno potuto toccare con mano e vedere con gli occhi che cosa significhi la parola “Europa”.
Martedì 14 e mercoledì 15 marzo, infatti, i ragazzi e le ragazze di seconda media, all’alba delle ore 6.00, si sono messi in viaggio per raggiungere Strasburgo e fare visita al Parlamento Europeo.
Nella prima giornata, la truppa ha fatto una tappa intermedia a Schirmeck, per poter visitare il Memoriale dell’Alsazia e della Mosella: due regioni con una lunga e interessantissima storia, da sempre contese tra Francia e Germania soprattutto per la ricchezza delle materie prime e la posizione strategica al confine tra i due Stati.
Dopo la sistemazione in hotel, la serata ha visto le classi cenare in un ristorante tipico del centro di Strasburgo, dove hanno potuto conoscere e assaggiare le specialità del territorio e conoscere l’onorevole Gancia, che ha ribadito loro l’importanza dell’essere lì e delle istituzioni europee come casa di ogni cittadino.
Marcoledì facce rapite e occhi sgranati: il Parlamento ha conquistato i ragazzi, la possibilità di assistere a una seduta nell’emiciclo più grande del continente (con Ursula Von Der Leyen presente!) ha rapito la loro curiosità e il loro interesse.
Al termine del pranzo nel ristorante del Parlamento, c’è stata la premiazione del concorso “Nazionalità? Europea!”, che ha visto sul podio i tre migliori lavori (tra One Pager, podcast e videoracconti) per ciascuna delle tre classi.
L’onorevole Gancia ha premiato tutti e nove i classificati, di cui i primi tre sono stati: Matilde Sarra (2A), Emma Fresia (2B) e Pietro Emmanuele Fuso (2C) che hanno ricevuto, a sorpresa, una targa offerta come ricordo del primo posto e della fantastica esperienza (condivisa ovviamente da tutti i compagni che hanno partecipato al progetto e cui va dato atto di essersi impegnati davvero moltissimo).
La stanchezza del ritorno si è fatta poi sentire nelle lunghe ore di autobus, ma le parole di Vittorio riassumono bene il senso di questo tempo speso insieme:
“Sa, prof., voglio lavorare lì un giorno. Mi piacerebbe dare una mano per tutte quelle cose imparando tante lingue”.
Ok, mozione approvata.