La NASA è sempre più attenta alla salute dei viaggiatori dello spazio e da anni ha messo in atto studi e ricerche per capire cosa deve subire il loro organismo durante la missione e una volta tornati sulla Terra. L’apparato cardiocircolatorio è quello più sollecitato in condizioni proibitive.
Tra tutti gli apparati e gli organi del nostro corpo, è forse il cuore quello più studiato dagli scienziati. Non sono sulla Terra, ma soprattutto nello spazio. Ebbene sì, gli astronauti che passano mesi e mesi nella Stazione Spaziale Internazionale, e che in futuro viaggeranno anche su navicelle dirette verso altri pianeti, subiscono serie sollecitazioni e cambiamenti in tutto il corpo, ma soprattutto nell’apparato cardiovascolare. Da tempo ormai i viaggiatori dello spazio sono monitorati ogni singolo giorno della missione per controllare il flusso sanguigno, il ritmo cardiaco e l’atrofia del muscolo cardiaco. Pochi mesi fa era stato anche dimostrato dalla NASA che dopo 6 mesi di permanenza nello spazio il loro cuore diventa più sferico. Le conseguenze a lungo termine di questi cambiamenti potrebbero essere molto serie e portare anche a problemi cardiaci più gravi.
Per la prima volta, però, gli scienziati che si occupano dell’esperimento della NASA Cardio Ox si sono chiesti come lo stress ossidativo e le infiammazioni causate dalle condizioni del volo spaziale influenzino i cuori degli astronauti fino a cinque anni dopo il termine della missione sulla Stazione Spaziale Internazionale. Lo stress ossidativo corrisponde a uno squilibrio nella capacità del corpo di gestire i sottoprodotti tossici dal normale metabolismo cellulare. Questo squilibrio produce perossidi e radicali liberi che contribuiscono ad una serie di condizioni degenerative dei tessuti.
I dati raccolti in numerosi esperimenti indicano che lo stress ossidativo e la conseguente infiammazione possono accelerare lo sviluppo di patologie come l’aterosclerosi, una malattia in cui la placca si accumula all’interno delle arterie rallentando o bloccando il flusso sanguigno, il che, come è noto, può portare ad attacchi di cuore e ictus. L’obiettivo primario dell’esperimento Cardio Ox è proprio comprendere cosa succede al cuore degli esseri umani quando sono in orbita a migliaia di chilometri sopra la Terra. Dai risultati si potrà constatare se gli effetti dello stress ossidativo peggiorano nel tempo o se gli astronauti soffrono di una forma di infiammazione cronica post-volo.
Molti fattori presi in considerazione che si trovano nello spazio possono influenzare anche altri ambienti di lavoro sulla Terra. Pensiamo a piloti di jet o ingegneri ferroviari, oppure operai che lavorano in una piccola stanza per tutto il giorno in un impianto di radiazioni, o in condizioni uniche come l’Antartide. In tali condizioni l’essere umano è sottoposto a uno stress simile a quello sperimentato dagli astronauti.
Conoscere più dettagli su come lo spazio può causare cambiamenti drastici nel funzionamento del cuore e degli apparati aiuterà gli scienziati a sviluppare misure volte a contrastare gli effetti negativi, sia nello spazio che sulla Terra.
Cosa ne pensate di queste scoperte?