Il Ritratto dei coniugi Arnolfini (1434) di Jan Van Eyck è un dipinto dal significato ancora non del tutto chiaro ma forse testimonia il matrimonio di un personaggio importante. Secondo gli storici Jan van Eyck nacque intorno al 1390. Il ritratto è stato ultimato quindi intorno ai 40 anni. Il dipinto rappresenta una delle prime testimonianze ritratto privato. Con alcune indagini ai raggi-x, si è scoperto che gli oggetti sparsi sulla scena furono dipinti dopo gli altri.
La descrizione del quadro
I coniugi Arnolfini sono in piedi, scalzi, dipinti in una posizione molto formale. Marito e moglie si tengono per mano di fronte all’osservatore. L’uomo ha una mano alzata di fronte a se. La moglie invece porge la sua mano destra al marito e poggia la mano sinistra sul ventre. Giovanni Arnolfini indossa un ampio cappello a cilindro, una veste pregiata ed un ampio mantello di pelliccia marrone. La moglie invece ha il capo coperto da un velo bordato da un pizzo, indossa una elaborata e ampia cappa verde con grandi maniche profilate con una pelliccia chiara. Al di sotto si intravede un abito blu.
Uno specchio curioso
Sulla parete di fondo si nota uno specchio convesso, e un sedile in basso. Sulla superficie dello specchio inoltre si riflettono due personaggi frontali oltre che i coniugi Arnolfini di schiena. Uno di loro indossa un abito blu e l’altro una veste rossa. All’interno dalla cornice circolare dello specchio poi sono visibili piccoli intarsi. Si tratta di dieci tondi che rappresentano la Passione di Cristo.
La stanza
La scena è ambientata nella stanza della coppia. Sul pavimento e sulle pareti compaiono molti oggetti dell’epoca. Dal soffitto pende un lampadario con alcune candele spente e solo una accesa. A destra si intravede il letto della coppia mentre a terra sono lasciati gli zoccoli del marito e quelli della moglie.
Sul testiere del letto si nota una figura religiosa femminile. Di lato inoltre è poggiato un rosario. Ai piedi del letto è disposto un prezioso tappeto che rivela probabilmente i commerci del ricco mercante. Il cane della coppia è in piedi al centro tra le due figure. A sinistra su una cassapanca sono disposte delle arance come sul davanzale della finestra che arriva fino al soffitto.
Il significato
Il dipinto nel corso del tempo è stato oggetto di letture ed interpretazioni diverse e i numerosi particolari presenti hanno alimentato il mito di dipinto enigmatico.
Ad esempio, il lampadario che pende dal soffitto con una sola candela accesa insieme al cane in basso rappresentano la fedeltà coniugale. Invece le arance dipinte sul davanzale e il letto sono un augurio di fertilità.
La posizione seria e l’abbigliamento della coppia sono piuttosto formali e alludono forse ad una celebrazione. Questo particolare ha nuovamente suscitato alcune diverse letture: si è parlato di matrimonio o di commemorazione di una morte. Il riflesso prodotto dallo specchio convesso è un ulteriore motivo di misteriosa interpretazione. Molti hanno cercato di svelare l’identità dei due personaggi presenti nella stanza. Forse uno di loro vestito di blu è proprio Jan van Eyck.
La storia dell’opera
Il dipinto rimase di proprietà della famiglia fino al 1516 quando venne sequestrato da Diego de Guevara ambasciatore delle corte di Borgogna. Da de Guevara fu donato all’arciduchessa Margarita per la sua collezione di opere fiamminghe. Nel 1530 il Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck diventò proprietà di Maria d’Ungheria reggente dei Paesi Bassi.
In seguito al trasferimento della sovrana in Spagna l’opera fu esposta presso il palazzo reale di Madrid. Dopo la conquista napoleonica Giuseppe Bonaparte portò il ritratto in Francia. Più tardi furono gli inglesi di James Hay ad appropriarsi dell’opera. Fu offerta a re Giorgio IV che la rifiutò non amando la pittura fiamminga. James Hay la vendette così alla National Gallery di Londra.